Il torso arcaico che parlò a Rilke

Nella Sala XXXI del nostro Museo Immaginario – accanto alla “Statua greca” della Szymborska – si trova una poesia di Rainer Maria Rilke, anch’essa ispirata a un antico capolavoro della statuaria greca: “Torso arcaico di Apollo”, che apre la seconda parte delle sue “Nuove poesie” – significativamente dedicata allo scultore Auguste Rodin.

Mentre non è dato sapere quale statua ispirasse la poesia della Szymborska, sappiamo con certezza che i versi di Rilke nacquero dalla contemplazione di un’opera esposta al Louvre: il cosiddetto Torso di Mileto (in ’copertina’). Si tratta di un primo elemento di interesse: possiamo confrontare i versi con l’opera che li ha generati:

«Non conoscemmo il suo capo inaudito,
e le iridi che vi maturavano.
Ma il torso tuttavia arde come un candelabro
dove il suo sguardo, solo indietro volto,
resta e splende. Altrimenti non potrebbe abbagliarti
la curva del suo petto e lungo il volgere
lieve dei lombi scorrere un sorriso
fino a quel centro dove l’uomo genera.
E questa pietra sfigurata e tozza
vedresti sotto il diafano architrave delle spalle,
e non scintillerebbe come pelle di belva,
e non eromperebbe da ogni orlo come un astro:
perché là non c’è punto che non veda
te, la tua vita. Tu devi mutarla»

Un secondo motivo di interesse rivestono i versi finali dell’opera – quelli che maggiore fortuna hanno conosciuto nel corso del Novecento. Laddove si dice: “… perché là non c’è un punto che non veda / te, la tua vita…” compare infatti un motivo centrale del nostro Museo: il fatto cioè che, in queste sale immaginarie, il visitatore osserva, certo, ma al tempo stesso è oggetto dello sguardo delle opere esposte e, dunque, della Storia (come nei “Decapitati” oppure nella “Teca degli idoletti cicladici“). Situazione che non può non modificare in qualche misura il nostro modo di pensare – se non quello di vivere. E che ci fa riflettere su come la consapevolezza del passato dovrebbe (dovrebbe) alimentare un cambiamento nel nostro presente e nel futuro:
«Du mußt dein Leben ändern», tu devi mutare la tua vita!

Rodin3

(Chi volesse sapere di più di questa poesia di Rilke e del rapporto strettissimo che lo legò ad Auguste Rodin, leggerà utilmente queste osservazioni di Claudio Giunta).

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