Nel giorno del compleanno del grande Ettore Petrolini (1884-1936) sono andato a rivedere una delle scene più famose della sua interpretazione di Nerone: lo sketch di “Bravo!” “Grazie” che rimane, per me, uno dei minuti più divertenti su youtube:
Il genio consiste (anche) nella capacità di individuare il cuore delle cose e quindi riuscire a comunicarlo con poche parole, pochi tratti, pochi gesti – strappando per di più una risata o un’altra emozione. Bene, in questa indimenticabile scena il cuore delle cose è l’idea di popolo e la conseguente retorica del potere adottata dalla guida politica per influenzarne la mente e dirigerlo. Così, in poco più di un minuto, Petrolini-Nerone individua e ci mette sotto gli occhi idee e realtà di validità (temo) eterna, che in un trattato di politica occuperebbero vari capitoli. Ecco le caratteristiche più evidenti del popolo cui Nerone si rivolge:
1. è invisibile – un’entita astratta e sfuggente, in cui ogni componente si guarda bene dal “metterci la faccia”
2. “… quando sente le parole difficili, ci si affeziona!”. Notazione interessantissima per andare al cuore della retorica del potere: ieri si seduceva dicendo “pria” o “superfetazione”, oggi spargendo a piene mani “smart”, “train manager”, “story telling”.
3. è (o vorrebbe essere) sempre”furbetto”: si ingegna in ogni modo per compiacere nel modo più efficace e più veloce il proprio capo.
4. Infine — oltre ad essere invisibile — è soprattutto cieco e raggirabile, come si deduce dall’epitome collocata da Nerone a terminare il proprio trattato di demagogia:
«Lo vedi, il popolo quando s’abitua a dire che sei bravo … pure che non fai niente sei sempre bravo!»
Quello che viene fuori, insomma è un dialogo-specchio in cui non si sa bene quale delle due realtà deformate dai loro vizi faccia più paura: se questo popolo invisibile, cieco e ignorante o il suo matto governante.
Ah, che senso di sollievo, allora, nel constatare che uno spettacolo così spiacevole emerge da quelle immagini sbiadite e in bianco e nero, registrate nel lontano 1930: quando cioè il chiaro obiettivo polemico non poteva essere che Mussolini! E che bellezza ritornare invece con lo sguardo ai nostri tempi democratici, rigurgitanti di smartphone e di accessi ad internet, grazie ai quali acquisire ogni tipo di informazione ed illuminarci nelle nostre scelte e nella nostra condotta di cittadini. No?
E invece (ma l’avete già capito) le risate che mi sono fatto davanti allo schermo non sono state affatto a cuor leggero. Anche se il discorso sarebbe molto più lungo, due riflessioni in particolare mi hanno incupito.
Netflix, facebook, instagram, selfie fotoshoppati, champions League, Pitti uomo e Parigi donna, playstation, talent televisivi a gogò — e ce li siamo già dimenticati i pokemon da catturare con il telefonino agli angoli delle strade? Sono così nell’errore a ritenere che, in fatto di “panem et circenses“, nessun regime mai, in tutta la storia dell’uomo, ha fatto così tanto e con così tanto successo per allontanarci dalla realtà, con la complessità dei suoi problemi sociali, etici e politici?
E poi c’è quell’orribile notizia che gira da qualche giorno sui media, sì, proprio questa: “il 70 per cento degli Italiani è analfabeta (legge, guarda, ascolta ma non capisce” (e cara grazia che almeno il titolo non contenga grossi errori…).
«Lo vedi, il popolo quando s’abitua a dire che sei bravo …»
Buon compleanno, caro Petrolini! Sei davvero un grande.
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