2. La prima gara (Cronache da Olimpia)

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Sul frontone orientale del tempio di Zeus ad Olimpia — ovvero su quello che è considerato uno dei capolavori assoluti dell’arte greca — è raffigurata la prima gara che diede origine ai Giochi Olimpici antichi e poi moderni.
Nulla potrebbe essere meno vicino all’idea moderna di sport. Nulla potrebbe essere, nella sua essenza, più tragicamente e splendidamente greco. Sentite qua.

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Enomao, re di Olimpia, aveva una figlia di nome Ippodamia. Per la predizione di un oracolo che lo metteva in guardia contro il genero e la sua discendenza, quando Ippodamia fu in età da sposo Enomao pose al suo matrimonio una condizione che, di fatto, sembrava renderlo impossibile: il pretendente avrebbe dovuto confrontarsi in una gara equestre con il re e il suo carro tirato da destrieri di natura divina. In caso di vittoria (quotata dai bookmakers da 1 a 50 in su) avrebbe avuto la figlia in sposa. Se però avesse perso sarebbe stato mandato a morte dal re. E in effetti in questo modo erano già morti undici giovani nobili quando, dall’Asia, si presentò Pelope che, con l’aiuto di Afrodite (e un illecito sportivo) finalmente sconfisse Enomao in quella gara mortale e sposò la principessa.

Ippodamia si allontana sul carro del vincitore, il futuro sposo Pelope

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Eccoli lì, sul frontone di Olimpia, tutti i protagonisti di questo tragico mito, ritratti un attimo prima che si inneschi — un attimo prima del “via”: Zeus troneggia al centro, alla sua destra (la parte giusta) Pelope e Ippodamia; alla sua sinistra Enomao e la regina. Quindi, uno dopo l’altro, i coprotagonisti della vicenda: l’indovino, l’auriga del carro del re, la personificazione dei fiumi della zona …

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Non è facile, per noi, capire il processo storico per cui questo duello sia diventato il prototipo delle gare sportive. Ma più guardiamo gli eroi su quel meraviglioso frontone e interroghiamo il loro sublime silenzio, più comprendiamo quanto possano essere profonde le radici culturali di ciò che noi abbiamo imparato a chiamare “sport”. Amore, morte, riti di passaggio e identità, matrimonio, politica e regalità … in quei tempi lontani (e splendenti) le gare antiche dovevano includere tutto questo e altro ancora! Come vedremo in altri racconti di queste “Cronache da Olimpia”.

Francobollo dedicato al “rinnovatore” dei moderni Giochi Olimpici

P.S. La struttura di queste “Cronache” prevede che, nel finale, un vertiginoso confronto con protagonisti ed episodi della storia dei moderni Giochi Olimpici. Il fattio che, per questo episodio, non abbia trovato nulla è tanto tranquillizzante che significativo.

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