Che gli antichi individuassero una forma di eden nella vita dei pastori ce lo ricordiamo ancora noi moderni quando (sempre più raramente) utilizziamo parole come “bucolico”, “pastorale”, “arcadia”. E in effetti nelle arti visive non meno che in tanta letteratura il locus amoenus per eccellenza è dove un pastore si ferma per pascolare le sue greggi: l’ombra di un albero o di una grotta, l’erba tenera su cui distendere le membra (solo o in dolce compagnia), l’acqua di un ruscello e di un laghetto sotto un cielo mite, con qualche nuvola e volo di uccelli. A questi elementi ne vanno aggiunti poi almeno altri due più difficili da rappresentare con parole o linee e colori: i profumi e la musica (“pastorale”, appunto) di uno strumento a corde o di un flauto.
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